REFERENDUM ...ANACQUATI
Il 12 e 13 Giugno si dovrebbe votare anche per altri argomenti, ma su tutti emerge il problema "acqua". Che potrebbe sembrare anche giusto, per la fondamentale e crescente importanza del sempre più conteso, preziosissimo elemento.
Problema che però mi sembra venga posto in discussione ed all'attenzione degli eventuali elettori referendari nei soliti termini di ..."speculazione politica."
Nella rappresentazione dei fatti di chi propone i referendum prevale infatti netta e smaccata la concezione, l'ideologia "statalista", per cui non solo l'acqua, ma qualsiasi altro servizio, se affidato a "privati" finirebbe inevitabilmente con l'essere gestito unicamente in quanto "business", in funzione di criteri solo speculativi, alla maniera degli sporchi capitalisti interessati al profitto e null'altro...
E ciò, ripeto, non solo per l'acqua, ma anche per ogni altro Servizio, inclusi altri meno evidenziati che concorrono al referendum.
Ma l'acqua è sicuramente argomento più adatto alle manipolazioni mediatiche, essendo sul piano emotivo assai meglio spendibile !
Ad una ricercatrice universitaria, firmataria di un appello pro referendum, giuntomi di rimbalzo via internet e da me replicato su questo blog, avevo chiesto di chiarire con "obbiettivi argomenti tecnici" il suo allarmistico appello, ma sto ancora aspettando...
Non entro nello specifico, non avendone ne paventandone titolo, competenza e financo...voglia..., trattandosi io temo della solita ritrita demagogia aliena dai fatti e da concreti programmi per eventuali soluzioni, in assenza comunque della capacità di adottarle.
Mi limito a fare solo alcune elementari considerazioni:
La gestione "pubblica" del bene primario "acqua"ha finora condotto l'Italia negli utlimi posti tra i paesi industrializzati in merito ai parametri realtivi di efficenza e disponibilità. Difficilmente dei “privati” riuscirebbero a fare di peggio!
Sul nostro territorio l'acqua è mediamente abbondante, i rilievi che ne favoriscono le precipitazioni, la raccolta e la distribuzione sono ovunque tantissimi e la cultura relativa agli "acquedotti" risale perfino all'Impero Romano, duemila anni fà: sono tantissime le vestigia archeologiche ancora presenti, ed esistono tuttora acquedotti realizzati in epoca "Romana" ancora perfettamente funzionanti, come capita ad esempio nell'Urbe SPQR !
Il problema è che la "cultura" è andata a farsi...benedire, sepolta dall'inefficenza, dalla burocrazia quando non dalla "speculazione" di Pubbliche Gestioni a...delinquere ! Almeno in diversi, conclamati ed emblematici casi.
Fra tutti la onerosissima realizzazione nel sud di costosissimi bacini di raccolta e di distribuzione, parliamo di centinaia di miliardi di 30-40 anni fà, che non hanno mai portato acqua da nessuna parte, tranne riversarne una minima quantità direttamente in...mare !
I dati relativi alla rete di distribuzione idrica "pubblicamente" gestita in Italia parlano di perdite nell'ordine medio del 60% !!!
Per chi non ha dimestichezza con le percentuali vuol dire che per ogni 100 litri raccolti dal sistema, all'utenza ne arrivano solo 40, gli altri 60 si perdono per strada, nelle falle, nelle crepe, nell'incuria, nella carente od assente manutenzione...
In compenso, come sempre più frequentemente ci racconta la cronaca, abbiamo tante belle innondazioni ! Perfino al sud, nei luoghi dove perlopiù l'acqua manca: ci arriva tutta in una volta, sopratutto quando e dove non serve.
Concludo citando alcune significative esperienze personali:
Da 8 anni,in una zona rurale a ridosso dell'Appennino Pavese, nella frazione specifica dove abito utilizzavamo un acquedotto privato "fai da te", nato quando non era pensabile che il Comune arivasse a portarvi l'acqua.
Era gestito da una cooperativa di volontari residenti, che erano più o meno organizzati ad.. arrangiarsi.
Ma c'era sempre qualche problema, la quantità e qualità disponibile dell'acqua lasciava a desiderare, i costi levitavano nonostante l'unica mano dopera addebitata fosse quella dell'idraulico e dell'elettricista essendo ogni altro intervento, contabilità inclusa, demandato ai volontari.
Così qualche anno fà ci si prospettò di cedere la gestione e quant'altro ad una società privata, specificamente incaricata in quel di Voghera.
La decisione fù presa ai voti, cioè in base all'esito di un nostro piccolo "referendum": prevalse la volòntà di sbarazzarci della gestione "diretta", affidandola a terzi, comunque timorosi, chi più chi meno, che nel migliore dei casi avremmo verificato un...aumento delle tariffe !
Sono passati tre anni: la fornitura non è mai stata carente, mai avuti problemi di qualità nè di altro genere ed i costi sono...diminuiti !
Sarà un caso ?
La stretta valle in cui abito è percorsa da un torrente, lo Stafora, che dai monti del Penice, del Brallo, del Lesima e dell'Armà scende verso Voghera per poi buttarsi direttamente nel Pò.
Il suo regime è prettamente "torrentizio": piene, spesso dannose d'inverno, si alternano all'arsura estiva. Un paio d'anni or sono fù realizzato, forse promosso dalla Comunità Montana, uno Studio di fattibilità per la realizzazione di una diga, atta a formare un bacino di raccolta di circa 10 milioni di m.c., un bel lago lungo e stretto, turisticamente rilevante, in cui promuovere anche adeguate specie ittiche per la pesca sportiva.
Bacino che sarebbe stato utile ad alimentare una piccola Centrale Elettrica ( energia "pulita"!) in grado di sopperire alle esigenze di diversi centri della valle e, buon ultimo, normalizzare il flusso delle acque, rendendolo più contenuto d'inverno, quando le piene fanno danni, e meno scarso d'estate, quando l'acqua è più necessaria.
Niente !
Sicuramente non se ne farà nulla !
Il "terrore" di una diga ha già bloccato in partenza il progetto: l'irrazionale paura degli "elettori" finisce sempre con il prevalere sulle decisioni dei "politici"...
In Italia ci si caga sotto non solo per il nucleare.., basta la prospettiva di una diga, di un inceneritore, di tralicci per l’energia elettrica…Si, per carità, va bene tutto, però per favore, andate a farli da un’altra parte……….
Io comunque, nel mio piccolo, sia qui ora che altrove in passato mi sono organizzato: in maniera banalissima ed a costi irrilevanti mi sono dotato di cisterne interrate per un totale di 25.000 litri per la raccolta dell'acqua piovana, così riesco ad irrigare un ampio giardino, un grande orto e parte del frutteto senza attingere all'acqua "potabile"
( inoltre ho ottenuto i regolari permessi da Provincia e Regione, che ci hanno "bollato" anche le piante dei piedi nel lungo e complicato iter burocratico, per prelevare acqua irrigua ad uso agricolo dal sottostante torrente ).
Ciò mentre tanta gente intorno a noi, dopo aver lasciato andare in malora i vecchi "pozzi"ed i tradizionali canaletti collegati alle piccole fonti minori, preferisce lamentarsi, usare di nascosto l'acqua potabile od andare notte tempo a rubarla al torrente, a rischio di denuncia penale...
Una domanda banalissima fra le tante che sarebbero implicite in quanto su esposto:
"Perchè nessuno fà un referendum per promuovere una legge che obblighi chiunque richieda una Licenza Edilizia a prevedere ed installare un semplicissimo sistema di raccolta delle acque piovane ?
E chiunque sia demandato a rilasciare quella licenza a condizionarla a quelle semplici installazioni?".
L'asino che scrive.
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