domenica 27 novembre 2016

SUV Sport Utility Vehicle

Dal Cellulare al SUV 
S.U.V. Parte 1^.
Hummer, super SUV made in U.S.A. largo oltre 2 mt.
"SUV" è acronimo di Sport Utility Vehicle.
Di fatto non sarebbe altro che l'evoluzione moderna, più comoda ed assai meno "avventurosa" dei ben noti, da svariati decenni,
FUORISTRADA.
Land Rover, Jeep, Toyota sono forse i marchi storici più famosi di veicoli che hanno fatto la storia e raccontato l'avventura durante la seconda guerra mondiale, e poi a seguire, in ogni dove ci fossero piste accidentate, deserti, foreste, paludi, impervie piste montane da scalare, dall'Africa alle Americhe, dall'Asia all'Australia ! 
La Land Rover inglese

Opportunamente usate da corpi militari, esploratori, cacciatori, tecnici del territorio, guardie forestali, inviati ed operatori in zone dalla viabilità disagiata o perfino inesistente, scienziati naturalisti, archeologi ecc...
Automobili di notevole affidabilità, rigorosamente dotate di TRAZIONE INTEGRALE e di BLOCCO DIFFERENZIALE
cioè di 4 ruoti motrici, in grado di fornire il massimo avanzamento su quasi ogni tipo di terreno (roccia, sabbia, neve, ghiaccio, fango...) e della possibilità di disattivare la funzione del "differenziale", funzione che bloccandolo impedisce alla/e ruota/e di girare a vuoto quando non trovano adeguata aderenza.
Altre caratteristiche sono la notevole robustezza (e peso...) la
La mitica Jeep americana
rigidità (quindi scomodità delle seduta) delle sospensioni, quasi sempre BALESTRE a posteriori, anzichè ammortizzatori, comunque necessariamente rigide. Notevole l'altezza da terra, per poter affrontare guadi profondi talora anche un metro. Svariati ed assai demoltiplicati i rapporti di cambio, con la leva per le MARCE RIDOTTE, utili ad affrontare, generalmente a bassa  velocità, le salite più ripide, tendenti al verticale...

Assai spartani ed essenziali gli interni, assolutamente privi della stragrande parte di accessori e gadget che caratterizzano le auto moderne. La carrozzeria perlopiù ricca di...spifferi d'aria ed affatto insonorizzata.
La giapponese Toyota.

Mezzi quindi del tutto scomodi, rumorosi, lenti ed assetati di carburante, ma in grado di viaggiare in quasi tutti quei luoghi 
"avventurosi" dove è quasi sempre impossibile, sicuramente rischioso tentare di inoltrarsi con un'auto "normale".
Ma a partire dagli anni'60, in crescendo, diventarono anche in Italia veicoli alla moda, perfino STATUS SYMBOL per cui esibirsi in città, magari solo per andare a prendere l'aperitivo in San Babila, in Via Veneto od al Caffè dell'Hotel de la Poste di Cortina.
Cortina, Hotel de La Poste, ritrovo della "Jeep&Rover society"

Ricordo un assai significativo articolo pubblicato in Terza dal Corrierone, per la firma del giornalista specializzato in motori, 
ex corridore Baghetti, che titolava più o meno:
"Quelli delle Land Rover parcheggiate davanti al Caffe de la Poste di Cortina".
In cui metteva simpaticamente alla berlina gli "avventurosi" propietari di sifatti mitici fuoristrada, versati ad esibirli più che non ad usarli in ambiti totalmente antesignani ai luoghi per cui sarebbero stati utili ed adatti: appunto San Babila, Via Veneto, il centro urbano di Cortina d'Ampezzo...
Queen Elisabeth's family & Land Rover

Ma il fenomeno crebbe in modo notevole, con il crescere dell'economia nazionale, dei nuovi ricchi, dei tanti che romanticamente si identificavano nei personaggi da telefilm americani allora di gran moda, da Bonanza a Beautiful, da Dallas a Dynasty...
...improbabili J.R.

Ne ricordo diversi esemplari, visti dalle parti del 1980, in periodo natalizio sull'altipiano di Asiago, scendere dal Jeeppone Cherokee, bardati con cappello da cowboy, giaccone di montone e stivaletti istoriati, alla stregua di tanti ma assai improbabili J.R.(geiar).

Ma il top fu la presentazione, nel 1970 al salone dell'auto di Torino, della nuova, magnifica, enorme e costosissima, mitica
RANGE ROVER ! 
Range Rover: la nuova era del fuoristrada !
Era veramente notevole, come potei casualmente verificare di persona, trovandomi a Torino per lavoro e dedicando la sera un paio d'ore a visitarne il Salone, la prima ed unica volta.
Per quei tempi, e per molti anni poi a venire, rappresentò il top assoluto del fuoristrada superdotato ed affidabile, moderno, comodo ed elegante...probabilmente il primo vero SUV della storia dell'auto !
Altro momento notevolissimo lo determinò poi l'avvento di Mitsubishi, con l'altrettanto mitico PAJERO, la risposta giapponese agli inglesi della Rover.
Mitsubishi Pajero 2.5TD

Pajero era (ed è) un'importante, validissimo "vero"fuori strada, ma con caratteristiche di abitabilità, comfort ed immagine già parametrabili al concetto di SUV, e fu assai apprezzato da una larghissima utenza, che per quanto economicamente dotata, non era in grado di permettersi una Range Rover. Inoltre Pajero offriva anche l'opportunità di una versione assai più compatta, meno ingombrante, il Pajero "corto", più facile da parcheggiare nei sempre più affollati, usuali siti...
San Babila, Via Veneto, Cortina centro...
L'incremento di fuoristrada, alcuni già tendenti al SUV, si allargò così alla produzione di diverse case automobilistiche: Mercedes, Suzuki, Subaru, Nissan, ecc..., ampliandosi ed aggiornandosi comunque anche le produzioni delle antesignane Toyota, Jeep, Rover. E l'Italia ? Dire Italia significa dire FIAT, grande
Fiat Campagnola
fabbrica europea, ma di mentalità spiccatamente "torinese", nel senso di conservatrice, "prudente", scarsamente propensa a seguire i pur notevoli refoli di novità che spesso hanno caratterizzato la "domanda" del mercato auto, anche in Italia.

Fiat, mentre tutto ciò accadeva, continuò pacatamente a proporre in listino la sua vecchia "CAMPAGNOLA", fuoristrada già avviata (in pochi esemplari) negli anni'30 alla conquista militare del nord Africa, per la gloria dell'Impero Fascista ! Da allora assai poco ammodernata, se pur tecnicamente migliorata e rivista. Un'auto per pochi affezionati conservatori, cacciatori, campagnoli che forse in quanto tali si identificavano nel nome della Jeep italiana.
La Jeep U.S.A. sinonimo di fuoristrada.

Il mio primo contatto con un fuoristrada fu proprio con una jeep originale dell'esercito americano, su cui mi fece salire un amico di mio padre, che nel 1946 faceva da interprete agli americani, in giro per Genova, nell'immediato dopoguerra (avevo 5 anni).
Poi un lunghissimo balzo di 35 anni, quando accompagnai un amico ad innaugurare il suo nuovissimo, fiammante Pajero Corto. L'itinerario avventurosamente selezionato era il valico del Passo di San Marco, un'antica via della seta tra la Val Brambana di San Pellegrino e la Valtellina di Morbegno, circa 2.000 mt. di altitudine. La scelta conseguiva l'indicazione avuta dal mio amico circa l'amenità del sito ed il fatto che alcuni chilometri del passo, al suo apice, non erano asfaltati.
Il Passo S.Marco, tra Valtellina e Val Brembana.

La gita fu simpatica per i luoghi ma non travolgente,  se non per la fatica che provò la mia ancor giovane schiena, ad assorbire tutti gli urti del viaggiare svariate ore su di un mezzo dotato di balestre rigide anzichè assai più comodi ammortizzatori !
Al rientro comunicai all'amico la mia decisione di evitare in futuro ogni altro coinvolgimento, se non in un raggio di pochissimi chilometri !
Poco oltre rimasi tuttavia incastrato in una gita sciistica in Svizzera, in quel di Splugen, subito oltre il San Bernardino, dove ci recammo con il blasonato fuoristrada Mercedes di suo cognato.
Altro viaggio allucinante a bordo di un mezzo scomodissimo,
Mercedes fuoristrada 4WD
rumoroso e pieno di spifferi, rigido da far rimpiangere il Pajero !

Altro mio giuramento che mai più mi ci avrebbero coinvolto !
Ma poi lo stesso cognato dell'amico si fece il Range Rover...e con quello mi sentii di affrontare un'altra spedizione sciistica, stavolta in Val Ferret, sotto il Monte Bianco, poco oltre Courmayeur.
In effetti fu un tutt'altro viaggiare, assai più confortevole, ma reso assai lungo se pur ameno dal personaggio (il cognato), che ci coinvolse nel traino e spostamento di motoslitte.
Quando poi si fermò in autostrada a fare rifornimento, dopo aver strombazzato al precedente avventore che tardava a liberare le pompe, riuscì lui stesso ad impegnarle per ben 20 minuti, avendo dimenticato a casa le chiavi del serbatoio (!?!) ed inventandosi li per li un grimaldello per soluzionare l'apertura del tappo.
Giunti finalmente a destinazione, essendo neofita dello sci di fondo, riuscì a spendere una cifra pari ad almeno 7 volte il costo della mia attrezzatura (per altro ottima e super collaudata) ! Appena inforcati i nuovissimi sci, stretti e supersciolinati, da "professionista", resosi conto di non riuscire benchè minimamente a gestirli (ogni due pasi finiva gambe all'aria) incominciò a smadonnare come un dannato ed a buttar via la costosissima, infame attrezzatura.
Sci di fondo in val Ferret

Io a quel punto salutai lui ed il mio amico e me ne partii da solo.
Mi raggiunsero un paio d'ore più tardi, al rifugio di fondo valle, il mio amico arrivando con gli sci, suo cognato con la motoslitta (anche con quella aveva dovuto bestemmiare per farla partire)!
Ma quella è un'altra storia, se pure divertente ricordo.

Tornando ai SUV, sopratutto ai vecchi fuoristrada, bisogna considerare anche il capitolo "MOTORI".
Tutti a "benzina", e bevevano peggio che le spugne ! Rarissime eccezioni prevedevani il Diesel, motori solidi ma di vecchissima concezione: estremamente rumorosi, lenti e puzzolenti !
A parte Mercedes, che su alcune berline montava l'antico 190D,
c'era sopratutto il PERKINS inglese, destinato alle Land Rover ed in minima parte utilizzato anche da Pegeaut per la sua 404.
Il Perkins rendeva pochi cavalli, tanto rumore, abbondanti fumi tossici e pochi chilometri con un litro ! Assai più tuttavia che non i motori a benzina.
Vecchio Perkins Diesel

Ma per arrivare in San Babila, in via Veneto o all'Hotel de la Poste di Cortina si consumava comunque poco, tutto stava a vedere da dove si era partiti.
Ma qualcuno in realtà si spingeva anche oltre, magari non proprio a fare il Cammel Trophy, ma ad attraversare le impervie e non asfaltate carrareccie dell'interno, in Corsica e/o in Sardegna. Come fece verso la metà degli anni'80 l'amico del Pajero, passato dal "corto" al "lungo", in compagnia del solito cognato. In tutta onestà ebbe poi a raccontarmi un divertente episodio: giunti nel bel mezzo di un guado fangoso il mitico Pajero 4WD (4 ruote motrici), marce ridotte e dispositivo blocca diferenziale, restò ignomignosamente impantanato !
Impantanati

Non ci fu verso di toglierlo di la, finchè a salvarli dalla voragine che stavano scavando nel fango, a furia di girarci le ruote dentro, non arrivò un indigeno con la sua vecchia e modestissima Fiat Campagnola: gli buttò una cima e li trainò fuori ! 
Dalla serie "ma questa non la raccontiamo a nessuno".
Analogo episodio nello spassosissimo film di Sordi "Riusciranno i nostri eroi...", quando a bordo della mitica land rover, testè decantata dall'Albertone quale "Regina del deserto" rimangono inchiodati nella savana e quindi rimorchiati da una copia di bufali domestici indigeni.
La Niva 1.600 benzina Gpl

Altro modesto attrezzo fuoristrada che merita di essere menzionato era (ed è ancora) la russa Lada Niva, 1.600 a benzina, 8-9 km con un litro, estremamente spartana, ma robusta ed attrezzata da vero "fuoristrada", marce con le ridotte, non sincronizzate...Assolutamente la meno costosa del settore.

Una sorta di suplizio il viaggiarci sopra...

Nel 1982 arrivò la nuova  piccola "jeep": SUZUKI SAMURAJ, 4WD, anch'essa spartana ed essenziale, capote in tela, marce con le ridotte e blocco diferenziale. I giapponesi ne vendettero una caterva in tutto il mondo, Italia inclusa (inclusa mia sorella, che non riuscì di farne a meno contro il parere del marito e che subì più di un furto per quanto su quella trasportava, essendo estremamente facile portarselo via). Aveva solo un piccolo difetto: tendeva abbastanza facilmente al ribaltamento...! Ci furono svariati morti e feriti, e negli USA una class action di utenti riuscì a recuperare svariati milioni di dollari in
Suzuki Samuraj
risarcimento. L'auto venne quindi modificata, ovviando ai difetti che ne favorivano la perniciosa particolarità. Dopo 35 anni è ancora abbondantemente diffusa con il nome di Jmny, assai migliorata come comfort, dotazioni e sicurezza, nelle zone di campagna, in collina e sui monti, offrendo un ottimale rapporto tra prezzo, qualità e prestazioni.


Ma il primo vero cambiamento dei fuori strada tendenti al SUV, utile a promuoverne la diffusione, fu l'avvento dei 
NUOVI MOTORI DIESEL.
Il primo vero Diesel moderno di serie lo propose Opel, sui modelli Record, all'inizio degli anni'70. Silenzioso quasi quanto un benzina, economo nei consumi, dotato di elasticità e ripresa, sbaragliò il mercato delle auto destinate alle "rotte commerciali" di viaggiatori, tassisti, rappresentanti. 
Opel GT, primatista mondiale di velocità per motori diesel (oltre 220 kmh)

Montato sulla sportivissima Opel GT registrò incredibili ricord mondiali di velocità (sui 220 all'ora) ed accellerazione, quando le più veloci auto diesel di serie faticavano a superare i 130 kmh.
Dovendo fare molti chilometri in auto per lavoro, anch'io acquistai nel 1977 un'ottima Opel Record, affidabile e confortevole. Che tuttavia già cambiai nel 1979 quando arrivò la mitica VOLVO 240 S.W., con il primo 6 cilindri moderno della storia ! Capace di sviluppare ben 90 CV (oggi vien da ridere...), lanciata in autostrada poteva quasi avvicinare i 150 kmh. !
Volvo 240 SW 6 cilindri Diesel 1979

Per opportunità d'ordine fiscale ne cambiai ben 3, di Volvo 240, una ogni 3-4 anni, finchè nel 1988 azzardai l'acquisto della prima Volvo Turbo Diesel, sempre 6 cilindri e Station Wagoon, con ben 120 CV di potenza, in grado lanciata di superare quasi i 190 !
Preceduta da Saab, la prima auto con motore Turbo di serie, la 740 TD spopolò nel settore delle SW "familiari" e "commerciali", nonchè delle auto poi definite "utility car".
Dico azzardai perchè c'era allora molta perplessità, in generale, sull'effettiva durata dei "TURBO", che sottoponevano le parti meccaniche essenziali del motore a pressioni e temperature elevatissime !
Volvo 740 TD SW

Ma la realtà sbarazzò il campo da preoccupazioni di sorta: io stesso arrivai a percorrere oltre 160mila km no problem con la mia 740, prima di cambiarla al quarto anno, per le solite opportunità di tipo fiscale.
Ed ecco che, a partire dagli anni '80, con il diffondersi delle nuove motorizzazioni Diesel e Turbo Diesel, anche i "furistrada" ebbero nuove opportunità ed ampi spazi di miglioramento prestazionale.
Ovviamente a quel punto, non avendo molto senso installare motori così potenti, elastici e silenziosi su auto destinate a viaggiare prevalentemente a bassa velocità, su carrareccie campagnole e/o montane, mutarono sostanzialmente anche le altre caratteristiche di quei veicoli 4WD (a 4 ruote motrici), che divennero progressivamente più comodi, raffinati, silenziosi ed anche ricchi di tutta una serie di dotazioni...Utili a maggior ragione a far sfoggio di se nell'usuale, tipico ambito di...San Babila, via Veneto e la piazzetta dell'Hotel de la Poste di Cortina!
FU' COSI' CHE NACQUE IL NUOVO CONCETTO DI"SUV".

Fine della 1^ Parte.
Nella prossima parte inizia il racconto della nuova diatribata moda: "mi faccio il SUV" !

L'asino che scrive.
 

giovedì 17 novembre 2016

Renzi: le alternative ?

Quale può essere l'alternativa a Renzi ?
 Ah..., SI... NO ! L'asino che casca !
L'asino in questa circostanza è altrimenti il sottoscritto, in grande difficoltà nel rispondere alla domanda.

La premessa sta  in uno scambio di mail sul referendum, argomento di primaria attualità politica.
Tutto nasce da una vignetta e da una boutade inviatemi che banalmente accomunano il neopresidente eletto in USA, Trump, al Berlusconi nostrano...
In risposta a mie articolate argomentazioni a favore del "NO",
parenti ed amici mi contrappongono le loro, favorevoli al "SI".
Considerazioni che si possono così riassumere:
"Se vince il NO, si rischia che il prossimo governo sia marcato M5S oppure PD a guida Bersani/Cuperlo.

La Destra non è pervenuta (...fortunatamente visto gli elementi che la guidano).
Il Governo Renzi rimane il meno peggio, oltretutto ha l'appoggio di chi fa impresa in Italia oggi (Confindustria, Boccia, Marchionne, DellaValle, Farinetti, e i vari Briatori).
E se vogliamo ottenere di più dall'Europa dobbiamo mostrare, almeno in apparenza, che facciamo riforme e cost saving."
 
La vignetta-testo all'origine del dibattito.

Cui replico:
"Sono d'accordo sulle tue obiezioni-motivazioni, dato il terribile rischio che palesi... Il vero problema è che a destra non ci sono alternative, se non effimere, comunque vergognosamente sempre più divise...Sopratutto manca un leader in grado di coagulare il necessario consenso e di gestire concrete proposte alternative, che non siano la mera opposizione ! In realtà stiamo parlando solo di "Referendum", NON delle nuove elezioni Politiche.            Ma credi davvero che vincendo il NO Renzi & C. se ne andrebbero ? Io non lo credo affatto: ci sarà un pò di casino, magari anche tanto, ma alla fine non seguirà alcun fondamentale cambiamento."
Altra mail ricevuta: "Anch'io voterò SI, premetto che Renzi non mi piace ma Alla fine è l'unico che qualcosina ha fatto. A Genova stanno creando gruppi pro Cuperlo..."
"Un incrocio tra Pippi Calzelunghe e Dracula il vampiro" *
La mia risposta: "Non avevo alcun dubbio, sia per ciò che succede a Genova che per quanto riguarda la tua scelta di un "male minore". Le vostre opzioni, tue e di "Genova" le considero da tempo molto conservatrici, nostalgicamente prudenti, affatto coraggiose...I veri "cambiamenti" implicano sempre purtroppo rischi e scelte difficili, perfino cruente...Io sono niente affatto convinto di muovermi nella "giusta" direzione, ma fatico troppo ad accettare questo "statu quo"...In ogni caso considero votare "NO" un rischio per ora minimo, in relazione a tutto quant'altro può faticosamente seguire..."
Cui segue la replica:
"Alternative ???"
              
Datato ma riproponibile dubbio amletico...
                                                                        
                                           
                                                     
LE ALTERNATIVE ?
E questa è la domanda su cui "casca l'asino" ! 
Se mi giro intorno a 360° non vedo assolutamente nessuno su cui si possa puntare nulla. Ci sono alcuni i cui "programmi" potrei in gran parte condividere, ma NON mi sembrano affatto in grado di gestire appena decentemente il Governo del Paese, di trovare comunque il consenso allargato necessario per farlo. 
A suo tempo ho sperato che l'alternativa potesse essere Renzi, per come si manifestava e muoveva inizialmente...
Tranne poi tradirsi in tutta una serie di compromessi di sopravvivenza..., che hanno pressochè totalmente vanificato le sue promesse, riducendone immagine e capacità operativa alla stregua di un giullare cacciaballe che tenta disperatamente di galleggiare in un mare assai difficile da navigare.
...un giullare cacciaballe...

Nella storia d'Italia in tanti hanno espresso chiaramente il concetto per cui "gli italiani sono ingovernabili", compreso perfino un dittatore, Mussolini. Che per "governare" era arrivato ad abolire praticamente le libere elezioni e così si espresse: "governare gli italiani più che difficile è inutile" ! Ed è molto per colpa sua che poi i così detti "Padri Fondatori" della Repubblica s'inventarono una 
Costituzione così rigida da potersi ritenere "blindata",
 per cui da 70 anni chiunque ci provi non riesce di fatto a "governare": prova ne sia che nessun governo è mai riuscito a completare il proprio mandato !
"Governare gli italiani non è difficile, è inutile"
 

In 70 anni ben 62 governi e 17 Legislature ! 
Una media di quasi 4 governi a Legislatura !
Ciò che ha di gran lunga favorito il determinarsi di una "classe politica" formata in grandissima parte da opportunisti, trafficoni, ladri, mafiosi, opportunisti lazzaroni tira a campare ecc...
E l'instaurarsi di una  
"Magistratura" super potenziata, in grado di dire sempre, in battuta finale, l'ultima parola su qualunque argomento, ricorrendo appunto alla "costituzionalità" o meno di qualunque provvedimento legislativo od anche legale.
Magistratura predominante !

Cambiare "davvero" la Costituzione** sarebbe fondamentale per governare davvero "democraticamente" questo sfigato paese. Davvero ! Non per finta come sta provando ora a fare Renzi con la sua pseudoriforma. Ciò che pochissimi sono in grado di capire perchè pochissimi, praticamente nessuno, conoscono la Costituzione Italiana, men che meno la finta riforma renziana.

Alternative ? 
Su di un piano meramente "teorico" io resto convinto che la persona "giusta", cioè adatta a governarci non sia altri che 
"Il Principe", all'uopo invocato da Machiavelli nel suo omonimo trattato di dottrina politica edito nel 1.513, cinque secoli fa. 
In chiave moderna lo definirei alla stregua di "un'abile imprenditore,  onesto ed illuminato, capace e progressista, che abbia già dimostrato di essere tale con le sue attività imprenditoriali, veramente appassionato a cogliere l'enorme sfida di sistemare una buona volta l'Italia". 
Ovviamente la gran parte dei politici in carica farebbe assolutamente di tutto per crocifiggerlo, distruggerlo in partenza, sputtanarlo in ogni modo possibile ! 

Ciò innanzitutto perchè codesto "principe" dovrebbe essere davvero un riformatore e come tale votato innanzitutto ad azzerare gran parte della classe politica esistente !

Esiste in giro per l'Italia un sifatto personaggio ? Io credo proprio di si, fra i tanti bravi, capaci, geniali imprenditori che ancora non sono scappati all'estero. Ma credo anche che NON ci sia nessuno disposto a rischiare ! Berlusconi docet...anche se nel caso del "Cavaliere" ha giocato molto la sua smodata ambiziosità e moltissimo ha fatto lui stesso per offrire testa e coglioni ai suoi aguzzini, su di un piatto d'argento.

Alternative ? 
Sempre su di un piano puramente teorico mi piace fare il nome di Caprotti, patron fondatore di Esselunga, testè defunto novantenne. Che fu grandissimo imprenditore, capace, onesto ed illuminato, che riuscì a sconfiggere i sindacati battendoli nella sostanza e qualità di migliorie spontaneamente concesse ai suoi 20mila dipendenti ! 
Bernardo Caprotti, patron e fondatore di Esselunga, la prima catena di supermercati in Italia.

Che riuscì a battere la mafia delle COOP rosse sul piano di qualità e prezzo dei prodotti, servizio, sistemi informatici di gestione, ecc... Uno come è stato Caprotti (ma c'è sicuramente qualcunaltro validissimo ancora in vita) potrebbe tentare di salvare l'Italia.  
A suo totale discapito !
Altro di concreto non riesco a dire, purtroppo. 
Ma di una cosa sono sicuro: 
l'alternativa a Renzi...NON E' RENZI !

L'asino che scrive. 

* "A parte l'aspetto transilvanico, poco rassicurante, che mi ricorda un incrocio tra Dracula e Pippi Calzelunghe...appartiene a quella classe di politici che non parlano per dire qualcosa, bensì per ottenerla, fingendo di non volerla. Voto 3" (V.Feltri "Buoni e cattivi" Marsili 2014)

** V. su questo Blog: "
 Costituzione Repubblicana (appunti per una nuova...)"
 http://thebrayingdonkey.blogspot.it/2014/08/costituzione-repubblicana-appunti-per.html



martedì 1 novembre 2016

Dal Cellulare al SUV, piccola storia di significativi "cambiamnti etico-culturali".

Prima parte: Cellulari & Smartphone: 
in 20 anni drastica l'inversione dei punti di vista.

Essendo sempre in giro per lavoro, nelle numerose occasioni che avevo la necessità di telefonare, dovevo perlopiù affrontare svariate, spesso assai scomode difficoltà: trovare un telefono, trovare un parcheggio, trovare i gettoni, sorbirmi consumazioni indesiderate e/o dannose alla salute, in bar talora inospitali, spesso facendomi anche fregare sul numero degli "scatti" da pagare ! Per non parlare di certe cabine telefoniche stradali che avevano  più che altro aspetto e sentore di vespasiani...

Invidiavo tantissimo il titolare della fabbrica con cui collaboravo, che poteva permettersi un radiotelefono a bordo della Porsche, al modico costo di circa 10 milioni all'anno !
Anche se sovente funzionava anche male... 

Poi, a cavallo del 1990, arrivarono i primi telefoni cellulari ! Erano di dimensioni tali da poter essere installati solo all'interno delle auto, pesanti svariati chili, tutt'altro che tascabili. Il loro utilizzo era strettamente monopolio di Telecom, o SIP come allora si chiamava, prevedeva elevati costi di acquisto, così come di esercizio: con uno-due milioni di lire si poteva averne l'installazione, con antennino sul tetto della macchina e viva voce funzionante tramite gli altoparlanti della radio. Il canone Telecom di abbonamento prevedeva, fra fisso e traffico telefonico, una spesa di qualche centomilalire al bimestre.
Uno dei primi cellulari "tascabili"

Tutte spese che io potevo permettermi di sostenere e di scaricare fiscalmente dal reddito imponibile, stante la mia attività di libero provessionista con partita IVA. In effetti il mio utilizzo del "cellulare" era al 90% almeno per motivi di lavoro.
Io fui tra i primissimi a dotarmi di quella fantastica comodità, che da anni sognavo poter mai un giorno avere disponibile ! Un'opportunità enorme, che mi permetteva di migliorare sensibilmente gli standard del mio lavoro, di sopperire egregiamente agli imprevisti della logistica (ritardi per problemi di traffico, spostamento appuntamenti, informazioni di urgente necessità...) e di risparmiare tutta una serie di soste in zone vietate, alla ricerca di bar dove bere troppi caffe, spesso cattivi, o di luride cabine telefoniche, talora inutilizzabili a causa di vandalismo ricorrente.
Cabine telefoniche luride come vespasiani...

Ma ricordo anche i tantissimi atteggiamenti negativi, di coloro che condannavano l'utilizzo del "cellulare", nuova diavoleria moderna, responsabile di possibili distrazioni alla guida, o comunque snobbistica esibizione da parvenu !
C'era perfino qualche collega che incredibilmente rifiutava in linea di principio la possibilità di dotarsi del diabolico marchingegno, sulla base di considerazioni pseudoetiche ed emotive !

E quando dopo due o tre anni, verso la metà degli anni '90, arrivarono i primi "cellulari tascabili", di dimensioni tali da poter essere portati in borsa o perfino in apposita "fondina" appesa alla cintura, si scatenò una vera e propria guerra culturale, "di costume", contro il loro utilizzo. 
La progressiva riduzione delle dimensionidei cellulari nel tempo

Il loro costo era ovviamente assai elevato, 7-800mila lire per l'apparecchio ed il solito onerosissimo abbonamento TIM, il nuovo marchio di Telecom. Un "giocattolo" per pochi, che automaticamente si attiravano le critiche, anche pesanti, di tutti gli altri che "non potevano" permetterselo. Ma c'erano anche tanti che avrebbero invece potuto, ma s'incaponivano nel loro ostentato rifiuto pseudoculturale.

Facilmente estraibile

Io acquistai subito anche uno di quelli, avvantaggiato dai motivi economici già detti ed analogamente motivato. Inoltre a me fu sufficiente acquistare il "tascabile" su cui potevo utilizzare in tutta comodità la stessa scheda del veicolare, essendo allora facilmente estraibile. Potevo così usare il telefono anche quando non mi trovavo in auto: per strada, in ufficio, presso i clienti, al ristorante.
Fu allora subito chiaro però come fosse assolutamente importante gestire il "telefonino" con educazione e discrezione, evitando il volume ed i toni di certe assurde suonerie, evitando di esibire ai presenti le proprie conversazioni urlate...
Come invece facevano purtroppo pacchianamente numerosi pervenu, immancabili bifolchi esibizionisti.
Evitando di esbire...

Per cui giustamente in molti ambiti comparve il divieto d'utilizzo del satanico strumento disturbatore.
C'erano per altro coloro, ne ricordo più di qualcuno, che pur potendoselo permettere o avendone perfino l'opportunità professionale, lo rifiutavano per non essere...localizzati, non essere inseguiti nella loro libera privacy personale...
C'era anche chi temeva di poter essere"controllato" dal coniuge, che dalla ditta..., chi paventava possibili intercettazioni...
A me il "tascabile" risultava ingombrante: per quanto piccolo fosse era sempre troppo grande per stare davvero in tasca ed era comunque scomodo gestirlo nella cartella da lavoro. Molti usavano le apposite "fondine", che io trovavo scomode e ridicole.
Il mitico Startac Motorola.

Poi, dalle parti del 1996-97 arrivò lo StarTac !
Motorola, azienda leader del settore, uscì con un minicellulare che stava davvero nel taschino della giacca, permettendo il non plus ultra dell'utilizzo comodo e discreto.
Era la dimensione ideale: sono passati 20 anni  e non è stato più fatto nulla di più "piccolo", tranne che a livelo di gadget.
Fui uno dei primissimo ad acquistarlo ed utilizzarlo, lo pagai 2.400.000 lire, una vera follia ! Ma risolsi così definitivamente il problema della massima comodità telefonica lavorativa.
Nonostante le minime dimensioni ospitava ancora la scheda telefonica intera, che permetteva l'immediato, comodissimo trasferimento al veicolare.
Il quale veicolare aveva allora il grande vantaggio di una maggiore potenza (5 volte tanto, da 0,9 a 4,5 watt) di ricetrasmissione ed un più vasto campo di azione, anche grazie all'antennino sul tetto dell'auto.
Ma il mio fu sempre installato sul cruscotto dell'auto.

A maggior ragione mi trovai ad appartenere alla ristretta, depravata categoria di possessori ed utilizzatori di telefono cellulare, categoricamente considerati maleducati disturbatori abituali dalla gran massa degli altri, tutti coloro che ancora ne erano privi. In effetti c'era diversa gente che meritava di essere mal considerata, per 'uso invasivo e perfino volgarmente esibizionista che ne faceva. Quelli che urlavano sistematicamente i cazzi loro in mezzo ad estranei totalmente disinteressati, quelli che lasciavano strombazzare suonerie assurde durante riunioni, spettacoli al cinema, a teatro, durante il concerto alla Scala..., in Chiesa durante l'omelia, ai funerali, in ospedale ed in ogni altra possibile zona incui è a rigore di galateo e buona educazione inopportuno fare rumori molesti.
...uso invasivo ed esibizionista...

Personalmente non ebbi mai problemi di sorta, usando sistematicamente il silenziatore con vibrazione, appartandomi se dovevo parlare o semplicemente spegnendo l'apparecchio.
Lo StarTac era fantastico anche da questo punto di vista: infilato nel taschino della giacca era impossibile non avvertirne le vibrazioni. Ma veva purtroppo il difetto di essere molto fragile:
bastava il contraccolpo di un grosso starnuto emesso dal mio possente torace per guastarne lo schermo a cristalli liquidi...
Per ben due volte dovetti farlo riparare in garanzia, finchè infine non avvenne il fattaccio: durante un escursione in montagna mi cadde fuori dallo zaino finendo in un laghetto...
Da dove immediatamente lo ripescai, lo aprii ed asciugai in ogni modo, continuando a casa con l'aria calda del phon...In garanzia rifiutarono la riparazione, ma io riuscii comunque a farlo funzionare, tranne perdere una funzione marginale, non ricordo neppure quale.
Risolsi infine il problema dimenticandolo sul tetto dell'auto, mentre mi toglievo la giacca, alla stazione di servizio del passo della Cisa, sulla Parma La spezia. Lo vidi con la coda dell'occhio volar via di lato, mentre acceleravo in curva, inseguito da un Tir che mi strombazzava dietro, sicuramente per avvertirmi della mia buffa dimenticanza...! Amen e cos' sia.
L'invasione dei telefonini !

Ma nel frattempo, un anno o poco più, tutto velocemente mutò !
Arrivarono altri operatori alternativi a TIM, primo fra tutti Omnitel, e svariate altre marche di cellulari alternative a Motorola, con prezzi sempre più bassi e competitivi. Così come calarono drasticamente i costi di utilizzo.
Il costo di uno StarTac neppure un anno dopo era sceso a 500mila lire, ed io ne ebbi uno nuovo in uso gratuito abbonandomi ad Omnitel, con garanzia di immediata sostituzione in caso di rotture. Nel frattempo Motorola aveva notevolmente migliorato qualità e robustezza: mi capitò che cadesse giù anche da una scarpata alta 6 metri senza guastarsi minimamente !
Antenne ripetitori cellulari

Iniziò così allora ad allargarsi notevolmente l'utenza, in maniera via via esponenziale. Furono coperte anche la maggior parte delle zone di scarsa o nulla ricezione ed avvennero moltissime "conversioni" : gente che aveva giurato che mai più avrebbe posseduto un telefonino finì, con scuse ed alibi diversi, con il dotarsene, e presto ne furono talmente coinvolti da non poter più, assolutamente farne a meno !
Potrei citare in questa categoria un'ampia quantità di casi, fra conoscenti, amici e parenti.

Per molti anni ancora si dovette assistere al fenomeno dell'uso inopportuno ed inadeguato, all'esibizionismo, al disturbo, alla pacchianeria, da parte di una massa crescente di pervenu..., che come minimo ci teneva molto a far vedere che anche loro ne erano dotati...
Finchè poi divenne finalmente un banale strumento d'uso personale ultrageneralizzato, un semplice, pratico strumento di agevole comunicazione, molto utile in tante circostanze, spesso comunque abusato nell'uso eccessivo, ma con crescente discrezione, educazione e rispetto dell'altrui presenza.
 
E neppure il successivo avvento dello smartphone ebbe poi un così scabroso avvento nelle abitudini della gente tutta, pur costituendo altrimenti notevolissimo fattore di cambiamento.
Nel giro di pochi anni anche questo diventò comunque l'oggetto da possedere, sopratutto per le sue nuove, incredibili funzioni, che in gran parte trascendono la mera necessità di comunicazione vocale, consentendo altrimenti di spaziare in svariati altri ambiti, i tantissimi che internet prevede e consente di frequentare.
Oggi qualsiasi sfigato, ancorchè disoccupato, barbone o vucumprà clandestino, possiede in qualche modo uno smartphone! Così come tantissimi bambini in età prepuberale, tra cui anche qualcuno dei miei nipotini.

A non averlo è solo qualche vecchio matusa, retrogrado e/o handicappato, come il sottoscritto !
Ma io semplicemente posso permettermi di non volerlo avere !
Se ancora lavorassi sarei stato uno dei primissimi a possederlo, come fu con lo StarTac, ma nella mia condizione di pensionato riesco a perdere già troppe ore ogni giorno, facendo ricerche ed aggiornamenti su internet, scrivendo su svariati blog, cazzeggiando su facebook e gestendo assai più mail in posta elettronica di quate non vorrei mai. Utilizzo 2 computer, fisso e portatile, nonchè un tablet. Se avessi anche uno smartphone rischierei ulteriori coinvolgimenti nel "virtuale", essendo altrimenti spesso già ultrasaturo per quant'altro.  

Concludo con un'accorata raccomandazione, cui corrisponde un'amarissima considerazione: l'enorme abuso che viene fatto di smartphone e cellulari ad opera della stragrande maggioranza dell'utenza, inficia non solo la qualità dei rapporti interpersonali "diretti" ed il diretto, spontaneo godimento della natura, del paesaggio, dei siti di qualunque rilevanza estetica !
Costituisce anche la prima causa in assoluto degli incidenti stradali e delle morti da quelli provocate !
Ci sino seri studi e statitistiche, documentati ed approfonditi, che rilevano questo terribile dato !
La distrazione alla guida per l'inopinato, folle uso di Cellulari&Smartphone, è causa di sinistri auto, ferimenti, invalidità e morte più che non droga ed ubriachezza !
3 incidenti stradali su 4 causati dai cellulari !

Nel 2015 in Italia ci sono stati in totale 3.419 morti e 246mila feriti da incidenti stradali. Ciò che significa
oltre 2.500 morti da Cellulari&Smartphone !
E circa 185.000 feriti !
Personalmente, in svariate occasioni, solo per un pelo sono riuscito ad evitare disastrosi scontri frontali con chi, arrivando in direzione opposta alla mia, sbandava fuori dalla sua carreggiata arrivandomi contro, perchè palesemente intento a "telefonare" o peggio ancora a "messaggiare" ! ! !

Conosco diverse persone che hanno avuto incidenti anche gravi, qualcuno arrivando a distruggere più auto, in tamponamenti, fatti o subiti, a causa dell'uso inamissibile di Cell.&Smart. !
Per non parlare dei bastardi che riescono a formare alle proprie spalle code di decine di veicoli, viaggiando a 25-30 kmh. perchè troppo presi nell'uso di quegli strumenti.
Chiudo con l'invito alla visione di un video estremamente significativo della conclusione in argomento.
Fine della prima parte, la prossima sarà dedicata al
"fenomeno SUV"... 


L'asino che scrive.