sabato 13 agosto 2011

Paralleli: come la tortura...


PARALLELI:

La tortura del palo:

E’ forse la più atroce di tutte le infamie ideate dalle più perverse menti inumane !
La maggiore atrocità consiste nella sopravivenza della vittima anche per diversi giorni, nonostante la progressiva penetrazione del palo appuntito che, quando correttamente eseguita, finisce con l’attraversarne tutto il corpo, entrando dall’ano per uscire poi dalla bocca…
Sembra fosse una specialità dei Turchi Ottomani e Saraceni, che spesso si dilettavano ad impalare i nemici catturati: che venivano appesi, legati come salami, sull’esatta verticale di un palo appuntito, sulla cui punta venivano poi lentissimamente calate le vittime.
La sottile abilità dei torturatori consisteva nell’estrema lentezza della discesa della vittima. La quale, per non rimanere dolorosamente infilzata, lentissimamente, finiva inesorabilmente per scegliere da sola la “via” meno dolorosa, cioè la penetrazione in un foro già esistente nel corpo: quello dell’ano. In cui il palo penetrava con estrema lentezza, risalendo via, via nelle budella dell’intestino e degli altri organi: perlopiù lo stomaco, l’esofago, fino alla gola, spesso uscendo dalla bocca della vittima ancora viva, che finalmente terminava il suo terribile supplizio morendo soffocata.

Era la vittima stessa a guidare inconsciamente il percorso del palo, il meno lesivo per i suoi organi, all’interno del proprio corpo, avendo tutto il tempo di coagulare le emorragie interne provocate dalle inevitabili perforazioni degli organi non strettamente vitali, sopratutto le innumerevoli curve del tubo digerente.
Alcuni baldi “crociati” trasferirono poi questa piacevole esecuzione ai Gesuiti della Santa Inquisizione, che cercò di perfezionarla con varianti se possibile ancora più atroci.

La vecchiaia:

E’ la più subdola malattia dell’organismo umano.
Arriva perlopiù con estrema lentezza, un acciacco dopo l’altro, inavvertitamente e quasi inconsapevolmente, partendo silenziosa quando si è ancora giovani, forti, sostanzialmente “sani”: un dolorino qua, uno là…Passeranno ! E quasi sempre passano, tranne rimanere latenti, nascosti, come in agguato, per attaccare alla prima trascuratezza, al primo incidente occasionale, alla prima trasgressione.
Dolori “reumatici”, problemi digestivi, costipazione dei vari organi, raffreddori persistenti, disturbi di varia natura ricorrenti…
Segnali del nostro organismo che si sta indebolendo, le nostre difese stanno perdendo colpi, gli eccessi del nostro stile di vita non ci sono più perdonati da quell'invincibile “giovinezza”che ci aveva sempre difeso ed aiutato, facendoci praticamente sentire…immortali !

E’ un processo di deterioramento normalmente lentissimo, soprattutto nei primi decenni di vita che vanno oltre i 30 – 40 anni. Poi purtroppo il ritmo degli acciacchi aumenta in progressione, ma non è quasi mai tale da creare un’allarmata presa di coscienza: sempre o quasi si crede che “anche questa passerà”, un po’ di riposo, un po’ di dieta, qualche farmaco, una vacanza antistress (ultimamente assai di moda), e finiremo con il tornare come prima, meglio di prima !
Ciò che normalmente quasi sempre accade, almeno in parte, o così ci sembra.

Il peggio arriva dopo i 60, soprattutto i 65 anni, età non a caso ufficialmente considerata, nei paesi più evoluti, come vero inizio della “vecchiaia”.*

Dopo i 65 infatti, gli acciacchi aumentano progressivamente, una botta via l’altra, e ti rendi conto che non è più solo una “fase transitoria”, che poi passerà, regredendo con un ritorno alla normale miglior forma di salute.
Certi acciacchi, certe patologie che ti capitano allora non sono più di tanto regredibili. Si, le puoi curare, tenere sotto controllo, ma fondamentalmente ci devi convivere:…e finisci con l’accettare…la perfida, lenta penetrazione del palo…

Anche perché inizialmente si tratta di compromessi accettabili con il tuo precedente stile di vita: basta con il tennis e con il footing, ma puoi pur sempre nuotare ed andare in bicicletta; sciare solo con molta calma, meglio il fondo, ma leggero…
Lunghe passeggiate sono ugualmente consigliate…, ma tutto “senza esagerare”.
Attenzione al cibo, pasti leggeri ! Sopratutto la sera…e moderare molto l’alcool (non più di un bicchiere di vino al giorno), il grappino te lo devi dimenticare e anche il caffè: massimo uno al giorno, meglio se niente.

Sesso? …e volentieri…Si, una volta !
Ma ora, che avresti bisogno di un aiutino, una pillolina blu…non trovi un cane di medico che si prenda la responsabilità:”Si, in teoria lei potrebbe usare il Viagra, ma sa, è meglio che senta il suo Cardiologo…
Il quale conferma, ma aggiunge “però non vorrei che le venisse la tachicardia…”
Anche a chi gli hanno messo il pacemaker perché bradicardico all’eccesso !
(Piccola indagine svolta: non riesco a trovare un anziano, cioè over 65, che gli abbiano permesso il Viagra, farmaco per altro nato nato per curare alcune forme di cardiopatia !)

In compenso non ti devi dimenticare di assumere tutta una serie di medicine che ti aiutano a sopravvivere, più che non a “vivere” e che magari ti inibiscono pure la libido !

In poche parole i “piaceri della vita”, quelli più tosti, che secondo G.B.Show (ma l’attribuzione non è certa), “sono immorali, sono illegali, oppure fanno ingrassare”…, beh quei piaceri lì te li dimentichi.

Ti resta gusto l’amore per i nipotini, se sei fortunato di averne, e ben poco altro.

Così, pian piano, quasi impercettibilmente, perdi sempre più terreno, le tue capacità fisiche e mentali regrediscono, quasi senza che tu te ne accorga, ma lasciandoti tutto il tempo di rassegnarti, finchè ti ritrovi a sbavare su una poltrona a rotelle e se ti capita di incrociare uno specchio ti metti ad urlare biascicando“aiuto, ma chi ha fatto entrare in casa quel vecchio rudere mostruoso !?!?”

Il fatto è che il palo ti è ormai arrivato nell’esofago: ti sta tirando le cuoia e tu ti ci aggrappi con tutte le tue forze, cioè le pochissime che ti sono rimaste.
E probabilmente se tu avessi ora a portata di mano un’arma per spararti in testa e farla dignitosamente finita, finendo di soffrire una vita ormai indegna di definirsi tale, non avresti il coraggio di farlo.
Quell’arma che sempre ti eri augurato di poter infine usare in una situazione del genere, o perfino meno grave.
Amen.

Chiedo scusa per la tristezza dell’argomento, perfino peggio che non parlare di attualità politica…!
Ma, come diceva il grande Bertrand Russel: “

"Quando morirò sarò niente di niente e nulla di me sopravviverà. Non sono più giovane e amo la vita. Ma mi rifiuto di vivere tremando di terrore al pensiero del nulla. La felicità non è meno vera perché deve finire, né il pensiero e l’amore perdono il loro valore perché non sono immortali”.
(dal suo libro:”Perché non sono Cristiano”)

Qui sotto, per rialzare il morale dopo sì grevi considerazioni, un breve divertente video dal film "L'armata Brancaleone", che finisce appunto "impalata dalli Saracini"...



L’asino che scrive

*Vecchiaia: Alcuni parametri dell’ O.M.S. (Organizzazione Mondiale della Sanità):
da 65 a 75 anni siamo considerati “young old”(giovani vecchi), da 75 a 85 “old”(vecchi), dopo gli 85 “old old”(vecchi vecchi, l’equivalente di decrepiti).
Ovviamente quelli che ci arrivano.
Da 65 a 75 sopravvive circa il 70%, da 75 a 85 il 50% dei rimasti.
Dopo si và su numeri di una sola cifra.

(L'Armata Brancaleone "impalata")

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