lunedì 29 agosto 2011

IL MASSIMO DELLA VERGOGNA !



Il massimo della vergogna !

Non parlo di politica, dove ci sarebbe da sprecarsi all'infinito...
Ma di coloro che, idolotrati dalle masse coglionoidi, ogni giorno spendono e spandono per i loro meri capricci l’equivalente di diversi stipendi mensili di operai
ed impiegati.

Parlo dei"CALCIATORI"!
(a lato foto emblematica sull'argomento)

Che non vogliono pagare le sopratasse previste dalla tanto diatribata e discussa manovra fiscale per gli alti redditi !
I poverini, alieni alla tassazione, hanno perciò indetto uno "sciopero ad oltranza": priveranno gli Italiani dello loro spettacolo preferito, rimandando sine die l'inizio del Campionato.

Indignarsi per un tale comportamento dovrebbe essere scontato, banale..., anche il più acefalo e rincoglionito dei "tifosi" dovrebbe farlo...

Ma siete sicuri che sia veramente così ?
L’informazione dei media indicherebbe altrimenti che nella massa di acefali che "vivono di e per il football” un'ampia parte sta già giustificando i loro "idoli", e sembra disposta perfino a scendere in piazza per unirsi alla loro protesta...
purchè lo spettacolo riprenda: "the show must go on"! Ad ogni costo !

Colgo l'occasione per spiegare che considero il Calcio solo come becero fenomeno decadente e degradante di costume, e ciò che sta accadendo rappresenta l'apice delle mie motivazioni.
Lo "Sport", quello vero, l'ho praticato e continuo a farlo, compatibilmente con gli acciacchi dell'età, magari proprio per contrastarli.
L'ho anche fatto a livelli agonistici di qualche importanza, in atletica leggera,
nel nuoto, pallanuoto e rugby (negli ultimi due, entratovi quasi per caso, ho avuto perfino l'occasione di giocare qualche "tempo" o sua frazione in serie A). In Atletica sono stato, a livello juniores, uno dei lanciatori più forti in Italia, negli anni a ridosso dell'Olimpiade Romana. Nel nuoto campione Italiano di salvamento a Padova, nel 1965. In Atletica vinsi i campionati Italiani Universitari di lancio del disco nel 1964, a Roma, nella magnifica cornice dello stadio dei marmi.
Ho avuto l'occasione e la fortuna di conoscere personalmente, perfino di frequentare, brevemente ed occasionalmente, personaggi come "Bud Spencer"(Giancarlo Pederzoli), Fritz Dennerlein, Adolfo Consolini, Silvano Meconi, Giorgio Oberweger, Abdon Pamich, Carlo Lievore, tutti allora catalogati tra il Campione Italiano, il Campione Europeo, il Campione Olimpico, il Recordman Mondiale !
Campioni che in altri Paesi la gente avrebbe pagato per andarli a vedere mentre si allenavano..., mentre in Italia, per poter accedere al campo d'allenamento dovevano aspettare che le riserve della serie "B"del calcio "avessero finito di farsi il bidet"...
Affermazione testuale, da me personalmente udita, pronunciata da Abdon Pamich, allora già medaglia d'oro olimpica, allo stadio Carlini di Genova, nel 1966, mentre aspettavamo che ci permettessero di accedere agli allenamenti, essendo gli spogliatoi occupati dai "calciatori" su detti, che tardavano per impomatarsi il lungo capello...
Non bastasse questo, per farmi amare il "calcio"...

Sport che da giovanissimo avevo praticato, con piacere ed entusiasmo e perfino con qualche piccolo successo, nei campetti dei fratelli Maristi, in Albaro a Genova. Ricordo un'epica partita a livello scolastico, quando ero finalmente guarito da un annoso problema di salute ( v. "Morfinomane a 12 anni" su blog "the lonely dolphin"): giocando come centravanti segnai 5 gol e parai anche un rigore, sostituendomi al portiere giudicato non all'altezza.
Poi, complice lo sviluppo precocissimo di un fisico aitante, passato brevemente al pugilato ed al Basket, fui arruolato nel nuoto e poi nell'atletica leggera.
Dallo Sport (con la "S" maiuscola!) ho imparato l'impegno, l'esercizio della volontà, la determinazione per vincere, l'importanza del controllo delle emotività, la concentrazione, il lavoro lungo, costante ed inteligente da effettuare per raggiungere il risultato...
Ma anche il rispetto dell'avversario, il "fair play", cose oggi in gran parte trascurate, perfino neglette, in un mondo che vede individui come Zidane accrescere fama ed onore presso vaste tifoserie delinquenziali, per aver preso apertamente a testate un avversario ! O Maradona, invocare impunemente “la mano di dio”, per un gol
da lui fatto colpendo il pallone con la mano anziché con il piede !
Tifoserie le cui manifestazioni parossistiche, tra il demenziale ed il criminale, rappresantano un tipico, invincibile fenomeno del "calcio", subdolamente tollerato o perfino fomentato da certe società calcistiche.
Per punire le quali manifestazioni auspicherei senzaltro punizioni del tipo:
incatenati ai remi per tre mesi ed accarezzati dalla frusta per dargli il ritmo della vogata ! Incatenati alle caviglie a spaccar pietre nelle cave più aride e sordide, almeno 12 ore al giorno, per tre mesi ! Arruolati di forza sul Bounty, sotto il comando del capitano Blyde, a far la dieta dei vermi e come passatempo "giri di chiglia," facendo giro del mondo a vela completo !

Il "Calcio, sopratutto in Italia, è un grandissimo “business”, ma anche la tipica, rilevante espressione di un modo d'essere e di sentire infimo e retrogrado.
Alla base del "Tifo" c'è infatti il "Campanilismo": retaggio pesante e deteriore delle più ancestrali forme di aggregazione tribale !
La tribù in cui si riunisce e coagula ogni tifoseria coincide quasi sempre con il "Campanile", la città, la regione cui corrisponde una Squadra di calcio.
E gli "istinti tribali" vengono veicolati con il "tifo" nelle loro peggiori manifestazioni.
Disturbando per così poco Einstein ("Pensieri degli anni dificili"):
"è sempre possibile riunire in accordo reciproco una certa quantità di persone, purchè ne rimangano fuori altre che possano essere oggetto d'odio ed aggrassione"!
Assai significativo è poi il “Derby”: la partita tra squadre della stessa città, dove si raggiunge il massimo dell’aggressività contrapposta, giusto alla stregua del detto “fratelli, coltelli!”: quelli della squadra avversaria appartenente alla stessa città non sono dei semplici, comuni avversari ! Sono assai peggio: una sorta di traditori, di serpi nutriti in seno, di sangue infetto che inquina il proprio sangue…Sono il peggio del peggio !
Del resto è risaputo che le guerre più cruente sono quelle che vengono impropiamente definite “civili”, perché combattute all’interno dello stesso paese.

Per quanto riguarda i protagonisti del calcio, essi rapprsentano al peggio i figli viziati, adulati ed impuniti, cui ogni capriccio, ogni manifestazione "kithc" è concessa , perfino garantita, teppismo, ingratitudine e bullismo inclusi.
Ricchi, applauditi, osannati e ricercati dalle oche più fiche del "velinismo" patinato, spiati in ogni esternazione, ancorchè fecale, dal gossip più negletto, sono divenuti "il modello"di riferimento della nostra bella gioventù:cosa ti piacerebbe fare da grande ?
Maschietto:"il calciatore!". Feminuccia:"la Velina e sposare un calciatore!"
Ed i genitori che sbavano dietro all’idea, alla propsettiva…
Grazie a cotanti modelli di cultura !

Ma perchè mai, questi semidei, aleggianti al di sopra delle masse osannanti, dovrebbero essere immuni dalla "Manovra Fiscale" con il pagamento di una sopratassa sui loro lautissimi guadagni ?
Impossibile trovare una risposta al di fuori della loro enorme spocchia, nell’indicibile presunzione che li caratterizza, del loro essere e sentirsi “impuniti” ed “impunibili” ad oltranza, nella loro assoluta certezza di essere intoccabili, al di sopra di tutto e di tutti, nell’abisso d’inconsistenza morale che perlopiù li contradistingue.

Situazione conclamata da stuoli di fans tifosi adoratori, svariati milioni,
disposti a tassarsi in ogni modo (abbonamenti agli stadi, abbonamenti Sky previlegiati per poter vedere almeno 12 partite al giorno, acquisto quotidiano della Gazzetta Rosa di Stadio o Tuttosport, nei quali di “sport” c’è perlopiù solo lo “spork” del calcio…).
Donne incluse ! Una volta quelle che sapevano qualcosa di calcio erano quasi inesistenti, oggi la maggior parte conosce, segue, frequenta, tifa, come minimo “sa”, coinvolta, spesso suo malgrado per non essere tagliata fuori da quell’ambito “tessuto sociale” !

Io sicuramente sono un asociale e me ne vanto !
Quando appare il “calcio” in TV o alla radio cambio automaticamente canale.Non compro mai un quotidiano di lunedì, anche a causa di tutto il “calcio” che contiene. Non conosco assolutamente alcun esito di partite di campionato degli ultimi 60 anni, né ho la più pallida idea di chi abbia vinto il Campionato l’anno scorso, e chi anche uno solo di tutti i precedenti. Ricordo unicamente, perché da bambino ne ero stato tifoso, che il Genoa fù il primo club di football in Italia, introdotto proprio a Genova dagli Inglesi e che per molti anni, temporibus illis, vinse anche diversi scudetti.
Da bambino mio padre mi portava con se allo stadio: non pagavo l’ingresso e stavo fuori dalla scatole della mamma. Ma già allora fù evidente la mia scarsissima propensione per quel tipo di spettacolo: ciò che mi affascinava di più erano gli insulti, le botte tra tifosi e le invasioni di campo ! A mio padre ciò fù chiaro quella volta in cui, unicamente per compiacerlo, mi misi a gridare “forza Genoa”!
Peccato che il Genoa non fosse a Genova quella domenica: era “di casa” in campo la Sampdoria ed in molti si girarono a guardare nella mia direzione….
Fù l’ultima volta che mio padre mi portò allo stadio, ma a me non dispiacque neanche un po’: in alternativa così magari accadeva che anziche guardare la partita io mi ritrovassi a giocarne una, improvvista con gli amici, su qualche campetto o cortile.
Divertendomi molto di più !

Il Calcio di per se non è un brutto Sport, tutt’altro !
Innanzitutto è in assoluto il più facile gioco a squadre, da fare e da capire.
Ciò che sicuramente giova molto alla sua enorme popolarità.
Paragonato al Rugby, al Football Americano, per non parlare del Baseball…, il calcio resta di una semplicità quasi subnormale e lo spettacolo che può offrire di una immediatezza tale che può bastare anche un sistema nervoso primordiale per
recepirlo ! Il divertimento poi può variare molto dalle squadre, da come si sviluppa il gioco, ma anche dalle istanze soggettive dello spettatore: vero intenditore (ormai pochissimi) o scatenato tifoso che sia. Può essere molto noioso, nel ripetersi di azioni mal concertate ed inconcludenti, senza esiti ( le famose “reti inviolate”di Gianni Brera e di Nicolò Carosio), senza phatos. Oppure altamente entusiasmante, pieno di colpi di scena, in continua “suspençe” del risultato a costante rischio di ribaltamento…Ne più e ne meno come diversi altri sport di palla e di squadra (Basket, Pallanuoto, Rugby, Football Americano…).
Ma sicuramente ciò che ha fatto del “Calcio” lo sport di gran lunga più seguito ed amato è la sua estrema semplicità ed immediatezza, a giocarlo, ad imitarlo, a guardarlo !
Bastava un cortile od un praticello all’uscita da scuola, le cartelle a fare da paletti per le porte ed un barattolo di latta vuoto, in mancanza di meglio, a far da pallone, per scatenare decine di ragazzini in un gioco facile, sano ed allegro.
Le regole del gioco sono semplicisime, ma a quei livelli persino semplificate.
Quanti grandi campioni hanno iniziato così, nei sobborghi, nelle favelas, accanto alle baraccopoli metropolitane, in mezzo alla polvere, a piedi scalzi, scalciando un mucchio di stracci tenuto insieme da uno spago ?

Io resto comunque pessimo spettatore di qualsiasi sport, compresi quelli che ho praticato a livelli agonisticamente notevoli. Posso apprezzare il gesto tecnico, la prestazione inusuale, l’impegno dell’atleta, ma unicamente come fatto intercalante, senza tifare, in totale assenza di coinvolgimenti passionali.
Non solo perchè sono rimasto “ai miei tempi”, quelli in cui si era dilettanti puri, il divertimento ciò che innanzitutto contava, ed i comportamenti erano conseguenza di un’eduzcazione improntata innanzitutto al fair play.
E non esistevano cose come “doping”, “anabolizzanti”, “eritroproteina”, “risultare positivi a…”, sportmercato, compravendita dei giocatori, squadre interamente formate da prezzolatissimi mercenari provenienti da ovunque, tranne che dalla città che corrisponde alla maglia che indossano, gas pompati nell’intestino per via anale per migliorare il galleggiamento dei nuotatori (Germania Est, anni’70), costumi che similano la pelle dei cetacei per migliorare la scorrevolezza nell’acqua, ciclisti che gli scoppiano le vene per eccesso di ossigeno nel sangue, artificialmente indottovi, pesisti che muoiono di cancro alla prostata a 34 anni per eccesso di estrogeni, ecc..ecc..ecc…

Questo ed altro più che lo “sport” mi ricorda un mix del circo Barnum, che esibisce scherzi di natura (la donna barbuta, i fratelli siamesi, la donna con due teste, l’uomo elefante…), con il laboratorio del dott. Caligaris, che quei mostri li fabbrica, magari con l’ingegneria genetica (e ne vedremo delle belle!).
E con Maria De Filippis a presentare lo spettacolo, a commentarlo e ad invitare il pubblico a parteciparvi direttamente, per il massimo dell’ ”audience”!
Negli intervalli: Pubblicità !

Qualche tempo fa mio nipote Filippo, buon atleta, affermato tennista e sportivo ottimamente educato nel “fair play”, ciònondimeno appassionato tifoso Genoano, mi chiese: “Ma perché zio non ti piace il calcio?”. Gli accennai allora una vaga risposta, ma spero che ora abbia occasione e voglia di leggersi l’esauriente tirata, che così concludo.

L’asino che scrive.




















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