venerdì 20 gennaio 2012

COSTA CONCORDIA


"Fai la riverenza (all’Isola del Giglio)..., fai la penitenza (e, speriamo, sia tanta e dura)..., guarda in su..., guarda in giu..., dai un bacio a chi vuoi tu...(ma guarda , è una ballerina Moldava...)"
Gioco per comandanti di megatransatlantici.

L'articolo 303 del Codice della Navigazione, assai più seriamente, testualmente recita:
"Abbandono della nave in pericolo:
.......
IL comandante deve abbandonare la nave per ultimo, provvedendo in quanto possibile a salvare le carte e i libri di bordo, e gli oggetti di valore affidati alla sua custodia."

E’ riuscito a catturare l’attenzione del mondo, a monopolizzare i mass media, a distrarci, almeno momentaneamente, dai problemi dello “spread”, della recessione economica, delle tassazione incombenti, delle manovre del governo tecnico, del calcio scommesse, del gossip relativo a principesse, calciatori, star cinematografiche e grandi fratelli…

Il comandante Schettino.

E non solo per l’immane disastro che la sua incredibile leggerezza, ignavia e stupidità sembrerebbero aver procurato: l’affondamento della super mega nave da crociera affidata al suo Comando, è riuscito perciò a diventare un’icona di riferimento consolatorio per tutti gli sfigati, i meno dotati, i più inadeguati di qualsiasi situazione, mestiere o circostanza, che inconsciamente, confrontandosi con la sua rovinosa inettitudine hanno potuto sentirsi alla stregua di quasi semidei, bravi, capaci, saggi e coraggiosi, intrepidi eroi !
In confronto a lui: che è indicato per essere assoluto unico autore dell’immane un disastro, immenso anche per la conseguente vergognosa caduta d'immagine che perciò l'Italia ha offerto al Mondo, in un particolare e delicatissimo momento in cui dovrebbe altrimenti mostrare ben altre efficienza, serietà, attendibilità.
(una delle piscine del trasatlantico Concordia)
Evento che lui altrimenti sarebbe stato soprattutto preposto a scongiurare ed evitare, anche a costo della propria vita, anziché provocare con una bravata degna di un bulletto adolescente, in una situazione di mare piatto, visibilità ottimale ed in assenza di ogni altro possibile pericolo, che non sia uno scoglio emergente, li fermo da sempre a pochi metri da riva, monito di prudenza per le barchette costeggianti, ma da cui i transatlantici dovrebbero passare svariate miglia al largo.
Passare di là con quel grattacielo galleggiante è stato come rinchiudere un bimbo tenero e cicciotello nella gabbia dei leoni affamati !
Ai Tedeschi"uber alls",ma non solo, non gli è parso vero darci a dosso !
A noi, smidollata razza d'inaffidabili mandolinari neroriccioluti ed impomatati latin lover, giusto come si propone, in tutta la sua tipica, untuosa e stereotipata immagine,

il Comandante Schettino.

Nè hanno purtroppo rimediato al disastro etico le numerose, sicuramente infine prevalenti, dimostrazioni di concreta capacità d'intervento, serietà operativa ed abnegazione e perfino di eroismo, abbondantemente poi dimostrate da gran parte dell’equipaggio, da tutta la gente dell’Isola del Giglio, dai soccorritori preparati, professionali ed intrepidi, troppo tardi chiamati ad intervenire.

La conta delle vittime ha sempre un sapore molto sgradito e discutibile, ma per quanto alla fine risulteranno purtroppo molte di più di quante s'inora constate, saranno sempre relativamente poche se paragonate all'immane, tragico contesto in cui si sono verificate, dove la terribile spettacolarità dell'evento è stata superata solo dall'immensa stupidità di chi e come l'ha provocato !

Pochi ma significativi esempi: il Titanic ebbe a che fare con la nebbia in mezzo all’Oceano e con un enorme, infido iceberg, non solo con la leggera supponenza d'invulnerabilità di chi l’aveva appena avviato alla navigazione; l'amatissima nostra Andra Doria fù sopratutto vittima, in definitiva, di un radar malfunzionante e di un giovane poco esperto pilota, quelli della Stockolm che la speronò.
Ed in entrambi i casi ci furono cento volte più vittime che sul
Concordia !

(salone teatro del Concordia)
Passando a terra, salendo addirittura tra le Alpi, la tragedia di Longarone, dove si sfiorarono i 2.000 morti, per quanto annunciata fù conseguenza della caparbia venalità della società elettrica che sfruttava quel bacino idrico e non voleva rinunciare alla conseguente produzione di Kilowatt per mettere in sicurezza la diga. Criminali della peggior specie (poi di fatto rimasti impuniti), ma non meramente, stolidamente, banalmente "stupidi"bulli ultracinquantenni.*
Come il Comandante Schettino
sembra conclamato a restare, così immortalato per sempre, accompagnato da tutta una serie significativa di aggettivi che lo stanno caratterizzando in quanto massimo "stereotipo" di: leggerezza, vanità, superficialtà, vigliaccheria, totale assenza di rigore etico morale, di professionalità, di competenza, di serietà, di onore, di autorevolezza...
Un autentico, massimo campione mondiale d’infingarda coglioneria, come non capita di rivedere neppure nei strampalati film comici di Villaggio Fracchia-Fantozzi e nei cinepattoni di Boldi-De Sica,

Schettino tutto da solo è riuscito ad interpretare una nuova edizione di "Natale in Crociera", che purtroppo non è stato un film da ridere, per tutti i morti che lo hanno involontariamente interpretato, l'enorme stress che ha causato a migliaia di persone, i miliardi di danni che ha già causato e che si teme ancora potrà provocare (v. la temuta, disastrosa fuoriuscita di 2.400 tennellate di nafta dai serbatoi).

Ogni altra considerazione negativa è inevitabile e giustificata e se ne possono fare all'infinito. Ne cito solo una che non mi è capitato di cogliere tra le tantissime già prodotte dai media, dedicati per ore ed ore di trasmissioni su tutti i canali, pagine e pagine stampate su tutti i giornali: perchè la Costa Navigazione ha affidato il "Commando"di tanta Nave ad un siffatto coglione, pavone, vigliaccone anzichè ad uno come Di Falco, il comandante della capitaneria di porto di Livorno, cui è bastata una telefonata per dimostrare di averceli tutti ed in abbondanza, gli "attributi"per affrontare le situazioni limite del naufragio e non solo i brindisi di benvenuto, occhieggiando alle passeggere più procaci...?


Telefonata che ha già fatto più volte il giro del mondo e che rimarrà inevitabilmente in testa ai reperti storici di qualsiasi accadimento mediatico !

Un vecchio marittimo Sorrentino, omertosamente solidale con Schettino, che come tutti da quelle parti ha voluto "minimizzare" l'accaduto, cercando pateticamente di diffendere l'indiffendibile, casualmente intervistato, ha citato un vecchio adagio marinaresco che dice "Chi và per mare naviga, chi sta a terra giudica", detto che contiene sicuramente una grande verità !
Ma in questo caso io credo che la verità, se applicata a Schettino, stia tutta nel fatto che lui non avrebbe dovuto andar per mare, cioè navigare, neppure come mozzo ! Così ci saremmo tutti risparmiati l'ingrato onere di giudicarlo.
(una suite del Concordia)
A mia volta, essendo Genovese purosangue, almeno dal punto di vista marinaresco, voglio citare ciò che diceva il mio illustre, famoso concittadino Gilberto Govi in una delle sue commedie, mi sembra "Colpi di timone".
Cioè che il Comandante a bordo è come Dio ed ha ogni e qualsiasi responsabilità sulla conduzione della nave, salute di equipaggio e passeggeri e conservazione del carico: se la nave arriva a destinazione integra e salva, con tutto il suo carico, umano e materiale "Quello lì ù l'è un gran Capitaniu", anche se ha dormito per tutto il viaggio !

Ma se l'ultimo dei mozzi a bordo crea involontariamente qualche pasticcio che intralcia il buon esito della navigazione, la colpa è tutta e solo del Comandante !
(il grande comico Genovese Gilberto Govi)
Ultima considerazione: il fatto che il Camandante deve essere l'ultimo a lasciare la nave. Ciò che non è solo cardine fondamentale delle norme ufficiali della navigazione in tutto il mondo (v. art. 303 del Codice della navigazione citato in sottotitolo a questo post), ma è innanzitutto un codice morale che risale alle origini dell'arte della navigazione e fà parte della cultura marinaresca forse più di qualsiasi altra cosa !

Io da bambino, cresciuto a Genova in vista di un porto allora glorioso, da cui vidi coi miei occhi partire per il viaggio innaugurale barchette come la Michelangelo, l'Andera Doria, la Cristoforo Colombo, anche in quanto sobillato da mia madre e da mio nonno, dichiaravo di voler da grande fare il "comandante" in marina.
Ma ebbi poi qualche ripensamento quando mi spiegarono che "il Comandante, in caso di naufragio, muore affondando con la nave, così come vuole il codice d'onore della marineria"!
Come fece il Comandante del Titanic e come stava per fare il Comandante della Andrea Doria, unicamente dissuaso all’ultimo momento dai suoi primi ufficiali che, di fronte al suo proposito d’immolarsi con la nave, dissero “allora restiamo anche noi sulla nave che affonda”.
Esattamente come hanno fatto Schettino ed i suoi primi ufficiali.

Se per disgrazia facessi di cognome "Schettino", io oggi mi precipitereia chiedere immediatamente in tribunale che mi cambiassero cognome...perfino “Scretino” mi andrebbe meglio che non...

E come diceva Govi a proposito del futuro di un personaggio di un'altra sua commedia, Comandante indegno di essere tale, ma per motivi enormemente meno gravi di Schettino: "A quellu li nu ghe dajevan ciù mancu ù cumandu d'un sandulin" ( a quello li non gli darebbero più il camando neppure di un sandolino, cioè la più minima ed infima delle barchette a remi).

Con ciò a tutti auguro buon vento e...buona crociera !

L'asino che scrive.

P.S. : dati tecnici della nave usata per l' "inchino":
Costa Concordia con la sua lunghezza di 290 metri, 52 metri d'altezza, 1500 cabine per una capacità totale di 3.700 passeggeri, è la nave da crociera più grande della marineria italiana. La sua stazza infatti raggiunge le 112.000 tonnellate

































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